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Nel Triangolo Lariano la grotta più lunga d’Italia

La grotta più lunga d'Italia (Photo courtesy La Provincia di Como)
La grotta più lunga d'Italia (Photo courtesy La Provincia di Como)

COMO — La grotta più lunga d’Italia dall’11 febbraio si trova in Lombardia, nel Triangolo Lariano. Un gruppo di speleologi lombardi ha realizzato infatti la giunzione tra il complesso Fornitori-Stoppani e il complesso Tacchi-Zelbio-Bianchen, obiettivo rincorso da decenni che è stato possibile realizzare nei giorni scorsi grazie alle particolari condizioni di siccità e forte freddo che hanno permesso di attraversare il tratto solitamente sommerso dall’acqua e scavare nella frana che occupava il collegamento. Ora lo sviluppo ipogeo della grotta è pari a 58 chilometri e rappresenta il sistema carsico più esteso dell’intero territorio nazionale.

Il successo è arrivato nel pomeriggio di sabato 11 febbraio, fortunato epilogo di un lavoro iniziato circa due settimane prima e che gli speleologi inseguono da anni. L’area geografica in questione è quella del Triangolo Lariano, ovvero ill territorio prealpino compreso tra i due rami del lago di Como, dove, superando alcuni passaggi parzialmente occlusi da una frana, gli speleologi hanno realizzato la giunzione tra il complesso Fornitori-Stoppani e il complesso Tacchi-Zelbio-Bianchen rispettivamente di 47,5 chilometri e 10,5 chilometri di sviluppo spaziale. Si è venuto così a formare il complesso della Valle del Nosé che con i suoi 58 chilometri di sviluppo rappresenta attualmente il sistema carsico più esteso dell’intero territorio nazionale.

Il periodo secco ed il freddo delle ultime settimane hanno asciugato i passaggi normalmente allagati presenti all’interno della grotta Tacchi. Oltre 50 gli speleologi coinvolti provenienti da tutta la Lombardia: sono gli uomini dell’Associazione Speleologica Comasca, del Gruppo Grotte Busto Arsizio, del Gruppo Grotte Milano, del Cai – Società escursionistica milanese (Sem), del Gruppo Speleologico Bergamasco Le Nottole e dello Speleo Club CAI Erba.

Gli speleologi hanno potuto ripercorrere lunghi tratti di gallerie normalmente allagate e liberare dalla sabbia lo scivolo che consente l’accesso all’ultimo passaggio denominato sifone Tipperary, che collega la grotta Stoppani. Una volta avvicinatisi è stato possibile concludere che c’erano davvero pochi metri tra una grotta e l’altra e così l’ultimo sforzo è andato a segno l’11 febbraio. Quel sabato una squadra di 8 persone ha superato il sifone Tipperary e ha raggiunto la cosiddetta Sala della Trincea. Contemporaneamente altri 6 speleologi sono scesi dall’altra parte, nella grotta Stoppani raggiungendo con un percorso di circa 5 ore la frana terminale del ramo della Supposta Giunzione. Le 2 squadre sono quindi arrivate – una da un lato e l’altra dall’altro – nel punto mancante al collegamento, talmente vicini da potersi udire debolmente attraverso la frana. A quel punto in poco più di 2 ore è stato scavato il passaggio rimuovendo sassi e detriti, così che ora i due complessi ipogei non sono più separati.

L’esplorazione del sistema carsico del Pian del Tivano-Valle del Nosé è cominciata negli anni ’30 del Novecento. Negli ultimi dieci anni le esplorazioni speleologiche dell’area sono proseguite in modo incalzante, e a partire dal 2003 è in corso di esplorazione Ingresso Fornitori, una cavità che si è rivelata un vero e proprio gigante ipogeo, diventando ben presto la più estesa di Lombardia. Nel gennaio del 2008, quando Ingresso Fornitori superava già i 25 chilometri di sviluppo, è stata realizzata la congiunzione con la grotta Stoppani.

Nuove fortunate esplorazioni hanno permesso di individuare dei passaggi più agevoli per raggiungere i rami più remoti di quest’ultima cavità, permettendo di riprendere le esplorazioni lasciate in sospeso negli anni ’90. Sono stati percorsi così il ramo dei Profughi ed il ramo della Supposta Giunzione per un totale di circa 1.5 chilometri di sviluppo. Quest’ultimo in particolare terminava in corrispondenza di una frana che il rilievo indicava distare poche decine di metri dalla Sala della Trincea nella grotta Tacchi. Proprio quest’ultimo tratto è quello liberato l’11 febbraio dagli speleologi lombardi.

 

Info: http://www.gruppogrottemilano.it/index.php?option=com_content&task=view&id=134&Itemid=85

Photo: laprovinciadicomo.it

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