Gente di montagna

Buon compleanno Erhard Loretan

L’alpinista svizzero fu, nel 1995, il terzo uomo al mondo a completare la collezione dei 14 Ottomila. Una vita al massimo, ma caratterizzata da una tragedia familiare che volle rendere pubblica per evitare che accadesse ad altri

“La sua felicità stava nelle montagne. Aveva un talento enorme. Ma la sua vera forza emergeva a grandi altezze.”

Jean Troillet

Dopo Reinhold Messner e Jerzy Kukuczka è il terzo alpinista al mondo a completare la scalata dei 14 Ottomila. Lo fa con il suo inconfondibile stile leggero e veloce Erhard Loretan, falegname svizzero capace di conquistare la scena alpinistica degli anni Novanta. Il suo occhio per i tracciati nuovi e una tecnica raffinata gli hanno permesso di disegnare linee nuove e originali, senza mai eccedere.

Finita la stagione tornava tra le sue montagne, dove ha anche lavorato come guida alpina, lontano dalla ressa mediatica e dai gemiti egocentrici che spesso e volentieri inondano il mondo dell’alpinismo. Non amava le classifiche, soprattutto in campo alpinistico. Questa la sua risposta quando nel 1988 una rivista francese lo poneva 27esimo in una lista dei 30 migliori scalatori del tempo.

La vita

Erhard Loretan nasce il 28 aprile 1959 a Bulle, in Svizzera, nel cantone di Friburgo. Fin dall’infanzia la sua vita è plasmata dalla montagna. La frequenta già da giovanissimo, innamorandosene. Nel 1970, a 11 anni, compie la sua prima scalata. Raggiunge la vetta della Dent de Broc (1829 m), una piccola cima non distante da casa.

Crescendo si sarebbe formato come falegname ebanista mentre nel 1981 avrebbe conseguito il patentino di guida alpina.

Nel 2001, un paio di giorni prima di Natale, causa involontariamente la morte del figlio neonato, Ewan. Nel tentativo di farlo smettere di piangere lo scuote provocandone la morte in seguito ai danni neurologici riportati. A quel tempo la “sindrome del bambino scosso”, così è chiamato l’insieme dei sintomi che possono colpire un bambino sotto l’anno di età in seguito a forte scuotimento, è per lo più sconosciuta. Due anni dopo l’accaduto Loretan viene condannato a quattro mesi di reclusione con sospensione della pena. È sua la decisione di rendere pubblico il suo nome alla stampa, nella speranza che questa tragica storia possa essere di aiuto ad altri genitori.

Muore il 28 aprile 2011, nel giorno del suo compleanno. Un incidente sul Grünhorn (4043 m, Alpi bernesi) mentre scala con la sua compagna Xenia Minder. I due sono precipitati per duecento metri durante la salita, Loretan sarebbe morto sul colpo. Secondo la ricostruzione fornita dalla Minder sarebbe stata lei stessa a provocare l’incidente: uno scivolone su una lastra ghiacciata, la corda che si tende, Loretan che vola nel vuoto insieme a lei. “Nessuno mi ha ritenuto responsabile. Io, dal giorno della sua morte, sono invasa da una sensazione di vuoto assoluto, unita ai sensi di colpa” (da uno scritto apparso su Le Temps).

L’alpinismo

Il 1977 è l’anno che sancisce, con 4 salite al Monte Bianco, l’inizio della carriera alpinistica di Loretan. Nel 1980 tocca poi alla sua prima esperienza extraeuropea, sulle Ande, dove mette a segno numerose prime ascensioni. Nel frattempo continua la sua attività sulle Alpi, tra ripetizioni e prime ascensioni sono centinaia le vie battute.

Con André Georges nel 1986, in inverno, si dedica al concatenamento della “corona imperiale” delle Alpi vallesane, in Svizzera. Trentotto cime in tre settimane. Trenta di queste superano quota quattromila. Due anni dopo si lega al polacco Voytek Kurtyka per un tentativo sulla est della Nameless Tower (6257 m, Pakistan, Trango Tower), che regolarmente gli riesce. Di nuovo con André Georges, nel 1989, torna a scalare in inverno e in velocità sulle Alpi. Questa volta l’obiettivo sono le 13 pareti nord dell’Oberland Bernese, ci riescono in 13 giorni.

Nel 1994 raggiunge l’Antartide per scalare la parete sud del Mount Epperly (4870 m, Sentinel Range). La sua è la prima ascensione alla montagna. Sale in solitaria, per 2100 metri, un’impresa unica nel suo genere consacrata l’anno successivo, quando ritorna ai piedi del monte per girare un film sulla scalata insieme a Romolo Nottaris.

Dopo aver completato la corona del 14 Ottomila l’attività alpinistica di Loretan non si ferma, anzi. Continua a cercare nuovi progetti e a immaginare progetti futuristici. Nel 1996 si muove tra i Seimila del Tibet, dove mette a segno numerose prime ascensioni. Nel 1997 tenta la Mezeno Ridge al Nanga Parbat, la cresta più lunga al mondo. Nel 1998 si sposta in centro America dove sale i facili vulcani Cotopaxi e Chimborazo.

Gli Ottomila

L’arrivo degli anni Ottanta segna anche il nuovo interesse di Loretan per il mondo dell’altissima quota. In quel periodo gli Ottomila sono l’ultima frontiera dell’alpinismo, ed è qui che lo scalatore svizzero si mette in mostra dando prova di grandi capacità tecniche e doti di resistenza inusuali. Nel 1982 è in Pakistan, pronto a salire sul più occidentale dei 14 colossi, il Nanga Parbat.  L’anno successivo, in un’unica stagione, ne sale tre: Gasherbrum II, Gasherbrum I e Broad Peak. Li sale in soli 17 giorni, tra il 16 e il 30 giugno. Nel 1984 tocca invece a Manaslu, in primavera, e Annapurna, in autunno. Sull’Annapurna realizza qualcosa di unico. Con Norbert Noos sale lungo la cresta est in modo leggero e veloce, in stile alpino. Per loro è una prima ascensione, ma non è finita perché scendono dall’altro lato, segnando anche la prima traversata di un Ottomila nepalese. Nel luglio del 1985 raggiunge la vetta del K2 lungo lo Sperone Abruzzi. In dicembre parte alla volta del Dhaulagiri dove, con Jean Troillet e Pierre-Alain Steiner, realizza la prima invernale della parete est. Salgono rapidi e leggeri, solo quattro giorni tra andata e ritorno.

Finalmente il tetto del mondo. Nell’estate del 1986 si trova sotto la parete nord dell’Everest insieme a Jean Troillet. Salgono per il couloir Hornbein impiegando 43 ore tra andata e ritorno, sono i primi ad affrontarla in stile alpino. Seguono vari tentativi infruttuosi su Cho Oyu e K2 poi, nel 1990 eccolo in vetta al Cho Oyu con Jean Troillet e Voytek Kurtyka. Salgono lungo l’inviolata parete sud-ovest impiegando solo 27 ore. Qualche giorno dopo ripete un simile exploit sulla sud dello Shisha Pangma. Nel 1991 eccolo ancora una volta sopra quota ottomila, questa volta sul Makalu. Gliene mancano solo più due per completare la collezione: il Lhotse, che scala nel 1994, e il Kangchenjunga, dove riesce nell’ottobre del 1995. Erhard Loretan aggiunge così al curriculum la salita di tutti e 14 gli Ottomila, è il terzo uomo al mondo a riuscirci senza mai usare bombole d’ossigeno.

Curiosità

Sostenere economicamente i primi anni di attività alpinistica è difficile per Loretan. Gli sponsor disposti a finanziarlo arrivano solo quando ormai ha completato la corsa ai 14 Ottomila. Agli inizi scala con i suoi risparmi e grazie agli amici più stretti che mettono su una vendita di vino, t-shirt e prodotti fatti in casa per aiutarlo. Poco dopo nasce poi un fan club formato da amici e sostenitori che mettevano 500 franchi svizzeri l’anno, soldi con cui Loretan si pagava le spedizioni.

Nonostante l’intensa e proficua attività alpinistica Erhard Loretan non ha mai ricercato la  gloria alpinistica, anzi. Dopo ogni scalata è sempre tornato alla sua attività di guida alpina e falegname.

Libri

  • Erhard Loretan: gli 8000 ruggenti, Jean Ammann, Erhard Loretan, MB Advertising, 1997
  • Night Naked: A Climber’s Autobiography, Erhard Loretan, Mountaineers Books, 2016 (solo in inglese)

“Sono stato il terzo a salire tutti gli Ottomila: la vera impresa è quella di Reinhold. Arrivare terzo o quinto, quando si vuol compiere qualcosa di veramente eccezionale, non basta. Non a me: anche per questo ho sempre cercato vie nuove.”

Erhard Loretan

Articolo scritto originariamente da Gian Luca Gasca. Aggiornato dalla redazione di Montagna.tv il 22 aprile 2024.

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9 Commenti

        1. Ok, hai ragione, in effetti sali’ su una variante della via normale!! Pero’ comunque non sali’ L’ Hornbein Couloir, a cui oltretutto si accede dall versante Nepalese, mentre Messner sali’ dal versante Tibetano

          1. L’accesso al couloir Hornbein nella sua interezza come lo effettuarono Troillet e Loretan è dal Tibet lungo tutta la parete nord, mentre la parte alta del canale fu salita la prima volta dalla cresta ovest raggiunta a sua volta dal western cwm che si trova sul lato nepalese.

  1. Un grandissimo alpinista purtroppo non conosciuto come dovrebbe. Anche il suo libro “Gli 8000 ruggenti” è praticamente introvabile sul mercato, anche nell’usato!! Stupisce che si ristampino di continuo Messner, Bonatti e di recente anche Kukuzcka ma Loretan sia stato completamente dimenticato!

  2. In effetti è stato una dei più grandi scalatori himalayani di sempre e la sua salita dell’Annapurna ha un sapore mitico, quasi leggendario.
    Segnalo, a parziale correzione dell’articolo, che sull’Annapurna fece la prima traversata di tale ottomila e non la prima traversata in assoluto riferita a tutti gli ottomila nepalesi (vedi Everest 1963 ad esempio) e che il libro segnalato in inglese è la traduzione della versione originale francese chiamata in italiano “gli 8000 ruggenti”.

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