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Lotta all’ibridazione lupo-cane: dalle Alpi Cozie la storia di un ibrido sterilizzato riaccolto dal branco

Nonostante le differenze morfologiche e comportamentali, cane e lupo appartengono alla medesima specie e possono incrociarsi tra di loro, dando origine a prole fertile. Tale fenomeno, noto in biologia come ibridazione, rappresenta una “minaccia” all’integrità genetica del lupo. Il cane nasce infatti da una forte selezione attuata dall’uomo nel corso di millenni di domesticazione del suo progenitore selvatico, che ha portato a una “trasformazione” da fiero predatore a fedele compagno, utile nel campo della caccia, della pastorizia, della difesa delle proprietà.

Rari casi di ibridazione sono sempre avvenuti nella lunga storia evolutiva del cane dal lupo, ma attualmente, sia sulle Alpi che sugli Appennini, il numero di incroci risulta in preoccupante aumento, in conseguenza dell’espansione del predatore in aree maggiormente antropizzate, ove il rapporto numerico cane/lupo, con riferimento particolare ai cani randagi, è a favore del primo. Il rischio derivante dal diffondersi di ibridi lupo-cane è di assistere nel tempo alla perdita progressiva di quegli adattamenti caratteristici del lupo, derivanti dalla selezione naturale. In parole molto semplici, potremmo veder sparire nel lupo il suo istinto a temere e dunque a tenersi a distanza dall’uomo, sviluppando al contrario una crescente confidenza. Condizione che porterebbe gli esemplari ad avvicinarsi con maggiore frequenza a centri abitati e allevamenti e determinare un aumentato rischio di danni alle attività umane.

Cosa fare per limitare le ibridazioni?

Per scongiurare un simile scenario, la Convenzione di Berna per la conservazione della vita selvatica e dei biotopi in Europa suggerisce agli stati firmatari di “adottare misure adeguate per monitorare, prevenire e mitigare l’ibridazione tra lupo e cane”.

Il Consiglio d’Europa raccomanda nel dettaglio di gestire l’ibridazione mediante cattura degli ibridi e loro confinamento permanente in aree faunistiche autorizzate, oppure seguendo la via della sterilizzazione e rilascio in natura. Ma vi è certezza che l’ibrido una volta sterilizzato, venga accolto nuovamente nel suo branco? Una testimonianza positiva in tal senso arriva dalle Aree Protette delle Alpi Cozie, Ente partner del progetto LIFE WOLFALPS EU, dove è stato catturato, infertilizzato e liberato il primo lupo-cane ibrido del Piemonte.

Il giovane lupo ibrido, figlio del “Biondo”

Il 25 ottobre scorso un giovane lupo (poi appurato essere un ibrido) è stato catturato grazie all’allestimento di alcune trappole nel territorio di Villar Focchiardo (TO), nel Parco naturale Orsiera Rocciavré, nell’ambito della campagna condotta dall’Ente di gestione delle Aree Protette delle Alpi Cozie, dalla Città Metropolitana di Torino, dall’Università di Torino e dal Centro Animali Non Convenzionali (CANC), volta al contenimento dell’ibridazione lupo-cane documentata in un branco della bassa Val di Susa. Il lupacchiotto, nato nel 2022 da una lupa e da un maschio dal manto chiaro (ribattezzato Biondo), è stato infertilizzato e liberato nella stessa giornata, dopo essere stato dotato di un radiocollare per monitorarne gli spostamenti.

A distanza di qualche settimana gli esperti confermano che gode di ottima salute e viva stabilmente con il branco di origine. Questo quanto emerge dalle prove fotografiche raccolte nelle ultime settimane dalle fototrappole posizionate dal personale e dai collaboratori dell’Ente di gestione delle Aree Protette delle Alpi Cozie nel territorio abitualmente frequentato dalla famiglia di lupi.

“L’antenna GPS segnala la sua posizione più volte al giorno consentendo di seguire gli spostamenti e dimostrare che si trova in buone condizioni di salute e sia stato riaccolto dagli altri membri del branco, come previsto dai ricercatori – si riporta nel comunicato ufficiale delle Aree Protette – . Le prove, o meglio, le evidenze scientifiche della sua salute sono state puntualmente ottenute grazie al monitoraggio messo in campo e al lavoro di squadra del personale dei tre enti coinvolti. Le immagini scattate dalle fototrappole nel Parco Orsiera Rocciavré documentano che il branco è al completo, con il giovane ben riconoscibile grazie alla presenza del radiocollare e un individuo ibrido dal manto chiaro, presumibilmente un fratello o sorella.”

“Si tratta di una documentazione molto preziosa dal punto di vista scientifico – prosegue – perché dimostra l’efficacia dell’intera operazione, dalla ricerca dell’individuo, alla sua cattura e successiva infertilizzazione, fino al ritorno in natura senza conseguenze. Poiché l’ibridazione lupo-cane rappresenta attualmente il principale pericolo alla conservazione della specie selvatica, i dati raccolti da queste prime esperienze forniranno un’ottima base per proseguire il lavoro di neutralizzazione riproduttiva del branco di ibridi in Val Susa.”

“Un ultimo cenno, per finire, al lupacchiotto con il radiocollare – conclude il comunicato – . L’analisi dei suoi spostamenti nell’ultimo mese e le evidenze emerse da avvistamenti e fototrappole denotano un individuo già dotato di una spiccata autonomia nonostante la giovane età. Benché si sia reinserito bene nel nucleo famigliare, apprezza esplorazioni e perlustrazioni del territorio in solitaria o accompagnato da un fratello o una sorella presagendo il momento in cui fisiologicamente si allontanerà dal branco per andare in dispersione alla ricerca di una partner con cui costituire un nuovo nucleo riproduttivo. L’operazione che ha subìto, infatti, non lo ha privato del naturale sviluppo ormonale, ma soltanto della possibilità di fecondare. Grazie al radiocollare sarà possibile continuare a monitorarne gli spostamenti con il gruppo famigliare e poi, quando verrà il momento di abbandonarlo, durante la dispersione cioè la fase più emblematica nell’etologia dei lupi.”

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