Itinerari

Monti della Laga, primavera nella Valle delle Cento Cascate

Il vallone più suggestivo del versante abruzzese del massiccio è teatro in questo periodo di spettacolari escursioni accanto a scivoli e cascate. Il sentiero è elementare, ma bisogna fare attenzione a non entrare nell’acqua, che scorre con velocità e con forza

Il vallone più suggestivo del versante abruzzese del massiccio è teatro in questo periodo di spettacolari escursioni accanto a scivoli e cascate. Il sentiero è elementare, ma bisogna fare attenzione a non entrare nell’acqua, che scorre con velocità e con forza.

In primavera, soprattutto quando la neve ad alta quota è abbondante, i Monti della Laga diventano una delle mete più amate dell’intero Appennino. L’acqua che scende impetuosa verso valle corre su levigati lastroni di arenaria, e forma salti e vere e proprie cascate. 

Sul versante laziale del massiccio si sale dal Sacro Cuore di Amatrice verso la Cascata delle Barche, nelle Marche si raggiungono i salti della Volpara e delle Prata. Sul versante abruzzese, un lungo itinerario che traversa il Bosco Martese raggiunge la Cascata della Morricana. 

Il percorso più frequentato e più amato, però, sale dal borgo di Cesacastina verso il Fosso dell’Acero, percorso da uno spettacolare torrente. Il sentiero lo costeggia in una suggestiva faggeta, poi esce dal bosco in una conca di pascoli e rocce dalla quale si ammira un bellissimo panorama sul Gran Sasso.

La zona, da decenni, viene indicata con due nomi diversi. Carlo Landi Vittorj, autore nel lontano 1955 della guida “Appennino Centrale” del CAI-TCI, ha chiamato il Fosso dell’Acero “Valle delle Cento Cascate”, un nome suggestivo e che resta popolare tra i camminatori che arrivano da Roma. 

Gli escursionisti di Teramo, invece, chiamano l’intera zona “Cento Fonti”, un toponimo che le mappe dell’IGM, e quelle più recenti che le utilizzano come base, utilizzano invece per la conca si apre più in alto, ai piedi dei Monti della Laghetta e del Monte Gorzano, che con i suoi 2458 metri è la cima più elevata della catena.

In qualunque modo lo si chiami, il vallone che sale da Cesacastina offre un itinerario spettacolare, non lungo, che fino allo scioglimento dell’ultima neve costeggia un torrente spettacolare. Occorre però fare la massima attenzione e tenere sotto stretto controllo i bambini e non mettere assolutamente piede nell’acqua, che scorre con grande forza sull’arenaria e può trascinare via gli incauti, con conseguenze spesso fatali. 

La strada di accesso è stata sistemata, e consente di evitare la parte bassa del Fosso, privo d’acqua perché a valle della captazione. Poco prima dell’inizio del sentiero lavora da qualche anno il piacevole Chalet 100 Fonti Rent Bike (329.0844266, 100fontirentbike@gmail.com), che noleggia le sue E-bike per escursioni sulle strade sterrate della zona, e consente di rifocillarsi dopo la camminata. A Cesacastina si fa tappa al Ristorante Monte Gorzano, noto come da Zi’ Mari’”, 340.1876135, che dispone anche di alcune camere se si vuole pernottare.

Dalle Cento Fonti, il sentiero continua a salire verso la cresta spartiacque della Laga, dove ci si affaccia verso Amatrice e i Sibillini, e verso la vetta del Monte Gorzano. Un’ascensione per escursionisti allenati, che completa nel modo migliore la giornata, ma che nel periodo in cui le Cento Cascate danno spettacolo costringe a superare degli estesi nevai.    

Ricordiamo che, intorno ai 1300-1350 metri di quota, l’acqua dei versanti abruzzese e laziale della Laga viene raccolta da condotte dell’ENEL che la conducono verso i laghi artificiali di Campotosto e della Provvidenza. Più in basso di quella quota, i fossi che incidono il massiccio sono praticamente asciutti tutto l’anno.  

Da Cesacastina alla Valle delle Cento Cascate 

(560 m di dislivello, 3 ore a/r, E)

Il borgo di Cesacastina (1141 m) si raggiunge per una comoda e tortuosa strada asfaltata dalla statale 80, che percorre la Valle del Vomano dall’Aquila e dal Passo delle Capannelle in direzione di Montorio al Vomano e Teramo. Merita uno sguardo attento la chiesa, che attende ancora un restauro dopo i danni causati dai terremoti del 2009 e del 2016. 

Nel centro del borgo, dei vistosi cartelli indicano la strada sterrata per lo chalet 100 Fonti Rent Bike. La si segue fino ai panoramici terrazzi erbosi delle Piane, allo chalet e poi a un bivio con cartelli (1220 m, 2,5 km dal paese). Nei pressi è un vecchio campo sportivo, la strada di destra prosegue verso il Colle della Pietra.

Si segue a piedi la strada sterrata di sinistra, che scende a mezza costa nel bosco, incontra un sentiero segnato che sale da Cesacastina e raggiunge il Fosso dell’Acero, qui privo d’acqua perché a valle della captazione. Si risale brevemente sulla strada, si va a destra a un bivio con evidenti segnavia, e si raggiungono la presa dell’ENEL (1300 m) e un piccolo rifugio chiuso a chiave. 

Alle spalle del rifugio si imbocca il sentiero, indicato dai segnavia 300I e 354, che si alza nella faggeta superando dei tratti che possono essere scivolosi se c’è fango. Il percorso sale a sinistra a mezza costa, esce sui prati, e raggiunge una sconnessa strada sterrata. 

La si segue verso destra, rientrando in piano nella faggeta. Una salita porta a un bivio dove si va a destra (solo segnavia 354, il 300I e il Sentiero Italia proseguono verso la Sorgente Pane e Cacio e Amatrice). Un ruscello e un prato precedono un belvedere con immagine sacra (1554 m, 1 ora) affacciato sullo scivolo più spettacolare e fotografato delle Cento Cascate. Scendendo per pochi metri dal prato si ammirano altri salti e altre cascate suggestive. Come abbiamo già detto, il terreno è facile ma occorre la massima attenzione.  

Il sentiero prosegue con una ripida rampa a poca distanza dal torrente, poi si affaccia su dei pendii erbosi più coricati, sorvegliati dalle rocce della Costa delle Troie, che sale verso il Monte Gorzano. Si esce dalla faggeta (1580 m circa), si continua accanto al torrente, poi si sale a sinistra superando dei gradoni erbosi e raggiungendo (1749 m, 0.45 ore) una strada sterrata che proviene dalle Piane. 

Nei pressi è una baracca di lamiera utilizzata in estate dai pastori, più in alto è una grande captazione in muratura (Sorgente Mercurio sulle carte), al centro dell’anfiteatro di pascoli e rocce delle Cento Fonti, dominato dal Monte Gorzano e dalle Cime della Laghetta. Il panorama verso il Gran Sasso è splendido. Per proseguire verso i 2458 metri del Gorzano occorrono altre 3.30 ore a/r, facendo attenzione alla segnaletica che nel primo tratto è poco evidente. Si scende per la stessa via (1.15 ore). 

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